Roma - Si aggira a sei milioni di tonnellate il cibo annuale sprecato in Italia. A rilevarlo è l’ l'indagine "Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunita'" realizzata da Fondazione per la Sussidiarieta' e Politecnico di Milano in collaborazione con Nielsen Italia. Lo studio, presentato oggi nel capoluogo lombardo, evidenzia la quantita' di alimenti prodotta in eccesso nel nostro Paese ''raggiunge il 17,4% dei consumi annui'', per uno spreco complessivo che e' pari a 94 kg di cibo a persona. Questo si origina per il 55% nella filiera produttiva, e per il restante 45% a livello delle famiglie. Dal punto di vista sociale, spiega l'indagine, lo spreco di cibo rappresenta ''il 92,5% dell'eccedenza e il 16% dei consumi. Questo spreco corrisponde a un valore economico di 12,3 miliardi di euro. Ogni anno nel complesso della filiera agroalimentare vengono sprecati 94 kg procapite, pari a 208 euro'' Sullo spreco domestico, ''ogni anno nelle famiglie italiane si butta via invece una quantita' di cibo pari a 42 kg procapite, che equivalgono a 117 euro a persona e quasi 300 euro per una famiglia media, di 2,5 componenti. Questo e' pari, infine, all'8% della spesa, di cui il 42% sono alimenti scaduti o andati a male, e il 58% sono avanzi non riutilizzati''.
Nel 2010 sono stati sprecate 2,7 milioni di tonnellate di frutta, 193 mila tonnellate di carne e 423 mila tonnellate di latte e formaggi. Riguardo ai generi alimentari, lo spreco si concentra sulle bevande (40%) e sui prodotti freschi (25%), seguono i generi a lunga conservazione (17%) e la frutta e la verdura (14%), mentre chiudono la classifica carne e pesce (6%), il pane fresco (4%) e i surgelati (2%).