L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha portato a termine un importante lavoro che metterà a disposizione le basi scientifiche per modernizzare le procedure di ispezione delle carni in tutta l’UE. Facendo ricorso a un approccio basato sul rischio, l’EFSA ha individuato e classificato i pericoli per la salute pubblica insiti nelle carni. Come richiesto dalla Commissione europea, l’EFSA ha raccomandato di apportare alcune migliorie nelle procedure di ispezione delle carni con l’intento di proteggere i consumatori dai rischi associati a tali pericoli.
Il Direttore esecutivo EFSA, Catherine Geslaine-Lanéelle, ha dichiarato: “Questo lavoro sarà di supporto ai gestori del rischio nell’attenuare i rischi per la salute pubblica in una importante fase della filiera produttiva delle carni”.
Nei quattro documenti scientifici pubblicati oggi si fornisce consulenza sulle procedure di ispezione delle carni nei bovini, negli ovini e nei caprini, nella selvaggina di allevamento e nei solipedi domestici come i cavalli. Tali documenti fanno seguito a due pareri precedenti sull’ispezione di suini e pollame, pubblicati rispettivamente nel 2011 e nel 2012. Da allora l’EFSA ha esaminato procedure di ispezione per molti animali destinati alla produzione di carne nell’UE.
Le tradizionali prassi di ispezione delle carni non sono sempre idonee a individuare i principali rischi provenienti dalla carne, quali Campylobacter e Salmonella, oppure la contaminazione da sostanze chimiche come inquinanti organici persistenti o sostanze vietate. Per questo motivo la Commissione europea ha deciso che le prassi di ispezione delle carni nell’Unione vanno modernizzate.
Per tutti i tipi di animali destinati alla produzione di carne, l’EFSA ha individuato pericoli biologici e chimici di origine alimentare, classificandoli in base al rischio che essi rappresentano per la salute pubblica.
Per quanto riguarda i pericoli biologici, la classificazione del loro ordine di priorità si è basata sulla valutazione dell’impatto che hanno sull’incidenza della malattia, sulla gravità della malattia negli esseri umani e sulla prove che il consumo di carne di diverse specie costituisce un importante fattore di rischio per lo sviluppo della malattia.
La classificazione del rischio da pericoli chimici si è fondata sugli esiti dei piani nazionali di controllo dei residui di sostanze chimiche per il periodo 2005 - 2010 e altri programmi di sperimentazione, nonché su criteri specifici alle sostanze, come ad esempio il loro profilo tossicologico.
Per quanto concerne i pericoli biologici di origine alimentare più significativi, l’EFSA ha anche proposto indicatori epidemiologici armonizzati. Tali indicatori saranno utili nell’ambito del sistema completo di garanzia della sicurezza delle carni proposto, per consentire la classificazione di allevamenti, greggi o mandrie e macelli in base al rischio potenziale, oltre che la definizione di obiettivi microbiologici per le carcasse.
Gli esperti scientifici dell’EFSA hanno raccomandato di apportare alcune migliorie alle metodologie attuali o metodi alternativi per l’ispezione delle carni, considerando inoltre gli effetti delle modifiche proposte alle attuali prassi per la sorveglianza della salute e del benessere degli animali.
Per adempiere al tale compito, di natura trasversale e non privo di complessità, l’EFSA si è avvalsa delle competenze professionali esistenti al suo interno nei diversi campi afferenti a questo mandato scientifico: pericoli biologici, incluse le zoonosi (malattie degli animali trasmissibili all’uomo), contaminanti chimici nella filiera alimentare, salute e benessere degli animali, metodologie di valutazione del rischio e raccolta dati.
Fonte EFSA
http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/130627a.htm