Lo scandalo delle acque minerali francesi: Nestlé sotto accusa

 
Se avete frequentato ristoranti e brasseries francesi vi sarà capitato di sentire chiedere “Je peux avoir une caraffe d’eau?” (posso avere una caraffa d’acqua). Ebbene sì per i cugini d’oltralpe è l’assoluta normalità ordinare gratuitamente “l’acqua del sindaco”. E sempre se avete ordinato bottiglie d’acqua in Francia vi sarete accorti che talvolta costa più di una birra o di una Coca Cola.
Ora proprio in Francia uno scandalo ha travolto uno dei colossi del settore, la Nestlé Waters (filiale del gruppo svizzero Nestlé) che detiene un terzo del mercato dell’acqua imbottigliata in Francia, comprese quelle del gruppo Alma, che produce la Cristalline, numero uno nel paese d’oltralpe, con più di 265 milioni di confezioni da sei vendute nel 2022, ma anche Saint-Yorre, Vichy Célestins e l’acqua di Châteldon.
Il tutto è iniziato nel 2020 quando un ex dipendente del gruppo Alma aveva segnalato delle anomalie su un sito dell’azienda alla Direzione generale per la repressione delle frodi (Dgccrf). Ed è così che l’Antitrust francese ha scoperto una serie di pratiche commerciali ingannevoli. Un'inchiesta di Le Monde e della Cellule Investigation di Radio France ha poi rivelato gravi irregolarità nei trattamenti di gran parte delle acque in bottiglia francesi. Dove sta l’inganno? L’acqua “minerale naturale” o “di sorgente” per essere definita tale, secondo le normative francesi, non deve avere subito trattamenti. L’indagine ha però rivelato che il gruppo Alma mescolava acque provenienti da più fonti o addirittura che le mescolava con l’acqua del rubinetto. L’acqua di sorgente veniva inoltre sottoposta a trattamenti ai raggi ultravioletti e filtri a carbone attivo, gli stessi che si applicano, legalmente, per depurare l’acqua del rubinetto. Il costo delle bottiglie d’acqua minerale e di sorgente è però -ça va sans dire – ben più elevato di quella di rubinetto.
Nestlé di fronte a tutto questo non ha potuto negare ma ha cercato in un certo qual modo di ridurre le colpe spiegando da un lato che «i cambiamenti delle condizioni climatiche e ambientali, con il moltiplicarsi di eventi estremi come siccità e inondazioni, uniti all'espansione delle attività umane intorno ai nostri siti, rendono molto difficile mantenere la stabilità delle caratteristiche essenziali dell'acqua minerale naturale», e promettendo che lavorerà per riportare la situazione alla normalità, per quanto possibile, e che mentre trattamenti a raggi ultravioletti e filtri a carboni attivi sono stati eliminati, i dispositivi di microfiltrazione «compatibili con il quadro normativo» sono ancora in uso.
Ad aumentare lo scandalo nello scandalo è la scoperta che il governo Macron fosse almeno da due anni a conoscenza di queste pratiche illegali: nel 2023 l’Eliseo ha autorizzato per decreto le stesse pratiche di microfiltrazione dell’acqua considerate in precedenza non conformi, per non interrompere l’attività delle aziende e salvare così milioni di posti di lavoro. Il governo avrebbe inoltre taciuto tutto a Bruxelles, eludendo quindi la direttiva 2009/54/CE sulle acque minerali naturali.
 
 
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