Se dal 2017 l’arte dei pizzaioli napoletani è stata inserita tra i patrimoni immateriali dell’umanità, dal dicembre dello scorso anno sì è raggiunto un altro traguardo importante: secondo il regolamento UE, in vigore dal 18 dicembre 2022, la vera pizza napoletana viene ora tutelata dalla dicitura Stg, ossia "specialità tradizionale garantita". A deciderlo l'Unione Europea, che con il Regolamento 2022/2313 ha accolto la richiesta inviata dall'Italia di proteggere il nome e i metodi di preparazione di uno dei simboli del Made in Italy nel mondo.
Questa dicitura ora potrà essere utilizzata sulle confezioni o nei menù di ristoranti e pizzerie in Italia e nell'Unione Europea solo se saranno garantite alcune caratteristiche relative alla preparazione: le ore minime di lievitazione, la stesura a mano della pasta, le modalità di farcitura, la cottura esclusivamente in forno a legna a una temperatura di 485°C e l'altezza del cornicione di 1-2 cm, con il controllo di un ente terzo di certificazione. I limiti riguardano anche l'utilizzo di materie prime di base, che devono essere made in Italy, come l'olio extravergine d'oliva, il basilico fresco, la Mozzarella di Bufala Campana Dop oppure la Mozzarella tradizionale Stg. I pomodori invece possono essere pelati, oppure pomodorini freschi.
Se la "Pizza Napoletana" non avrà tutte queste caratteristiche, si configurerà un illecito sul quale l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi è già al lavoro per aggiornare le relative disposizioni sanzionatorie inerenti alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e alimentari.
Tutelare uno dei simboli per eccellenza del Made in Italy era sicuramente doveroso. Non si dimentichi che la pizza genera un fatturato che supera i 15 miliardi di euro, dando lavoro ad oltre 100.000 addetti a tempo pieno, che diventano 200.000 nei weekend. La pizza è anche l’alimento più “instagrammato” al mondo, con quasi 58 milioni di foto condivise sui social.