DOVE SONO LE API?

 
Sempre più si parla del futuro delle api e del rischio sempre più tangibile e concreto della loro estinzione. Se da un lato questa drammatica situazione viene imputata al cambiamento climatico, non dobbiamo dimenticare che tra le principali cause della moria di questi preziosissimi insetti c’è l’utilizzo incontrollato di pesticidi e insetticidi. E’ più facile dire che le api si estinguono perché il clima è fuori  controllo e perché non ci sono più fioriture che non puntare il dito verso le vere cause: oltre all’utilizzo di sostanze nocive tanto per gli insetti quanto per l’uomo, si sono sempre più ridotti negli ultimi anni gli spazi agricoli e le colture tradizionali.

Quali sono le possibili soluzioni e gli scenari che si prospettano?
Se le api spariscono, si cerca di sostituirle con i robot. Ecco che ad Harvard hanno ideato un “robobee”, un’ape elettronica, in Giappone vola un minidrone, in Olanda è stato inventato un drone che sbatte le ali e in Cina impollinano a mano. A proposito della Cina, ricordiamo che è il primo produttore di miele nonché il primo esportatore mondiale, con le sue 543.000 tonnellate ovvero 1/3 dell’intera produzione terrestre.

E in tutto questo, come se la passa l’Italia? Per ora nel nostro paese non sono state adottate queste soluzioni alternative e la crisi è enorme se consideriamo che in alcune regioni leader della produzione, come Toscana ed Emilia Romagna, lo scorso anno si è perso il 95% di miele.

L’Italia era il quarto paese produttore in Europa, ma ora siamo scivolati al sesto posto per colpa della perdita di habitat naturale. Questo ci ha fatti diventare una nazione importatrice: se produciamo 23 milioni di tonnellate all’anno, dall’estero ne compriamo 28 miliardi di tonnellate.

 
FONTE: PANORAMA
 
 
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