SOSTENIBILITA’: UN DIFFICILE APPROCCIO MANAGERIALE

In seguito all’incontro “Verso Cop 26. Il contributo della filiera agroalimentare agli obiettivi di neutralità climatica”, organizzato dall’Osservatorio Sostenibilità di Nomisma con il Ministero della Transizione Ecologica, emergono prospettive e scenari diversificati.
 
Secondo la FAO un “Sistema Alimentare Sostenibile” può essere definito come quel sistema alimentare che fornisce sicurezza alimentare (food security) e nutrimento per tutti, in modo tale che le basi economiche, sociali e ambientali per generare una sicurezza alimentare e alimentazione per le generazioni future non siano compromesse. Ciò significa che è remunerativo (sostenibilità economica), ha ampi benefici per la società (sostenibilità sociale) e ha un impatto positivo o quanto meno neutro sulla natura (sostenibilità ambientale).
Tuttavia, oggigiorno, il termine sostenibilità all’interno del settore agroalimentare (ma non solo), viene riferito prevalentemente a tematiche ambientali lasciando un peso quasi residuale agli altri due pilastri della sostenibilità, ovvero quello economico e sociale.

Tale approccio ha conseguenze su un certo rallentamento nell’adottare tale transizione: da un lato le imprese che hanno investito in sostenibilità registrano un fatturato per addetto superiore alla media del 10%, dall’altro solo una impresa su 4 del settore manifatturiero prevede di investire in prodotti e tecnologie green nel triennio 2021-2023. Questo è evidente poiché, nonostante il 90% dei consumatori si dica convinto della necessità di una mobilitazione ambientale, alla prova dei fatti, poi, il 54% degli stessi si dichiara non disposto a pagare di più per un prodotto sostenibile. Pertanto, le imprese si trovano di fronte a investimenti dai costi certi ma dai ritorni da verificare.

Secondo Silvia Zucconi, Responsabile Market Intelligence di Nomisma: “In Italia si è fatto tanto sulla sostenibilità e tanto si prevede di investire. Utilizziamo il 18,20% di energia da fonti rinnovabili (contro il 19% europeo) e abbiamo destinato al riciclo il 68% dei rifiuti prodotti contro una media UE del 41%. In tante classifiche internazionali siamo ai vertici. Ma ancora poco sappiamo di quanto sia complesso e difficile raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati.

Quanto sarà difficile, ad esempio, raggiungere la neutralità climatica entro il 2050? Senza contare che ci sono gli imprevisti. L’attuale rialzo dei prezzi delle materie prime rischia di frenare il percorso verso la transizione ecologica soprattutto per la parte legata all’innovazione tecnologica. Secondo i nostri dati le imprese sostenibili registrano un fatturato per addetto superiore del 10% alla media.”
Gli esempi sull’impatto dei rialzi delle materie prime sulla transizione green e la necessità di un maggior coinvolgimento del mercato e dei consumatori chiariscono come i temi della sostenibilità non possano essere slegati da quelli economico produttivi.

Secondo Giampiero Calzolari, Presidente di Granarolo aggiunge che “Un punto da chiarire è che le industrie alimentari non possono avere come obiettivo quello di produrre meno. Noi nel rispetto dell’ambiente dobbiamo produrre di più e con sempre maggiore qualità perché è quello che ci chiedono i mercati. E poi va chiarito un punto: la plastica nel packaging non è un vezzo dell’industria, ma la soluzione che fin qui ci ha offerto le maggiori garanzie in termini di sicurezza alimentare. Il processo di sostituzione con la carta non può che essere graduale. L’intero percorso di transizione ecologica deve poi coinvolgere le aziende agricole non solo con i vincoli ma anche con delle premialità.”

Leonardo Mirone, Direttore Acquisti Imballi e Responsabile Sostenibilità delle Filiere Barilla afferma che: “Sul fronte della sostenibilità come su quello dell’approvvigionamento delle materie prime è centrale lo strumento dei contratti di filiera. Una leva importante per distribuire meglio il valore all’interno del processo produttivo, ma con la quale è possibile raggiungere anche altri obiettivi come quelli di un più efficiente utilizzo delle risorse e realizzare una più efficace lotta agli sprechi.”

Infine, il Presidente di Coop Italia e dell’Associazione Distribuzione Moderna, Marco Pedroni ha dichiarato: “Sulla sostenibilità bisogna resistere ai luoghi comuni. Va bene lo sforzo di ridurre gli imballaggi e il packaging, ma attenzione perché portare l’ortofrutta sfusa sui banchi della grande distribuzione richiede sforzi in termini logistici e di refrigerazione con altrettanto pesanti impatti in termini di emissioni. L’importante è realizzare il maggior coinvolgimento possibile del mondo produttivo e della trasformazione perché solo in questo modo le innovazioni diventano standard in grado di produrre vantaggi per tutti”.
 
FONTI: 

dell'Orefice G., IL SOLE 24 ORE, La sostenibilità piace ma solo se i prezzi dei prodotti non aumentano, 20 settembre 2021.

FAO, Sustainable Food Systems. Concept and framework., 2018.
 
 
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