Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
esaminata la domanda intesa ad ottenere la protezione della
denominazione «Miele della Valtellina » come denominazione di origine
protetta ai sensi del Regolamento (CE) n. 510/06 del Consiglio del 20
marzo 2006, presentata dal Consorzio per la Tutela e la
Valorizzazione del Miele DOP della Valtellina, con sede in Albosaggia
(SO), via Torchione n. 26, acquisito inoltre il parere della Regione
Lombardia esprime parere favorevole sulla stessa e sulla proposta di
disciplinare di produzione nel testo di seguito riportato.
Le eventuali osservazioni, adeguatamente motivate, relative alla
presente proposta, dovranno essere presentate, al Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali - Dipartimento delle
politiche competitive del mondo rurale e della qualita' - Direzione
generale dello sviluppo agroalimentare e della qualita' - SAQ VII -
Via XX Settembre n. 20, 00187 ROMA - entro 30 giorni dalla data di
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
della presente proposta, dai soggetti interessati e costituiranno
oggetto di opportuna valutazione da parte del predetto Ministero,
prima della trasmissione della suddetta proposta di riconoscimento
alla Commissione Europea.
Decorso tale termine, in assenza delle suddette osservazioni o
dopo la loro valutazione ove pervenute, la predetta proposta sara'
notificata, per la registrazione ai sensi dell'art. 5 del Regolamento
(CE) n. 510/2006, ai competenti organi comunitari.
Allegato
Disciplinare di produzione della denominazione di origine protetta
«Miele della Valtellina»
Art 1
Denominazione
La Denominazione di Origine Protetta "MIELE DELLA VALTELLINA" e'
riservata al miele conforme ai requisiti ed alle prescrizioni
stabilite nel presente disciplinare, delle seguenti tipologie
uniflorali e multiflorali:
- "MIELE DELLA VALTELLINA Millefiori di montagna"
- "MIELE DELLA VALTELLINA Millefiori d'alta montagna"
- "MIELE DELLA VALTELLINA monoflorale di Rododendro"
- "MIELE DELLA VALTELLINA monoflorale di Castagno"
- "MIELE DELLA VALTELLINA monoflorale di Acacia"
- "MIELE DELLA VALTELLINA monoflorale di Tiglio"
Art. 2
Zona di Produzione
La zona geografica di produzione, sia per la fase di raccolta in
campo che per quella di estrazione e preparazione per il consumo, e'
delimitata dai confini del territorio della Provincia di Sondrio
(Lombardia - Italia). Confina quindi a nord e ad ovest con la
Svizzera, a sud - ovest con le province di Como e di Lecco, a sud con
quella di Bergamo, a sud - est con quella di Brescia e ad est con la
provincia di Trento e con quella di Bolzano. Tale territorio e'
caratterizzato dal bacino imbrifero del fiume Adda e quindi dalla sua
valle principale: la "Valtellina", denominazione utilizzata
comunemente per designare l'intero ambito provinciale.
Geograficamente il territorio comprende anche il bacino imbrifero del
fiume Mera (Valchiavenna), del torrente Spol (Valle di Livigno), le
cui acque sono tributarie del Danubio, e la Val di Lei, appartenente
al bacino idrografico del Reno. E' esclusa la Valle di Poschiavo,
appartenente al bacino imbrifero dell'Adda, ma in territorio
elvetico.
Gli apiari per la produzione di miele "Millefiori di montagna" sono
localizzati, al momento della raccolta del nettare, ad un'altitudine
compresa fra i 200 m (ovvero la quota minima del fondo valle) e i
1.000 m s.l.m.
In tale fascia altimetrica si possono occasionalmente raccogliere
mieli monoflorali di "Acacia", di "Tiglio" e di "Castagno" in
relazione alle tecniche apistiche utilizzate, all'andamento climatico
e alla vegetazione presente nelle singole zone.
Gli apiari per la produzione di miele "Millefiori di alta montagna"
sono localizzati, al momento della raccolta del nettare, ad
un'altitudine superiore a 1.000 m s.l.m.
In tale fascia altimetrica si puo' raccogliere, in relazione alle
tecniche apistiche utilizzate, all'andamento climatico e alla
vegetazione presente nelle singole zone, miele monoflorale di
"Rododendro" e di "Tiglio".
ART. 3
Descrizione del prodotto
Per "MIELE DELLA VALTELLINA" si intende il miele prodotto da alveari
localizzati, nel periodo di bottinatura del nettare, all'interno del
territorio definito all'art. 2 ed estratto dai favi e preparato per
la commercializzazione all'interno dello stesso territorio.
Il MIELE DELLA VALTELLINA multiflora e' cosi' definito:
- millefiori di montagna, ovvero miele prodotto da alveari collocati
dal fondovalle fino a quota 1.000 m. s.l.m.;
- millefiori d'alta montagna, ovvero miele prodotto da alveari
collocati in zone ad altitudine superiore a 1.000 m s.l.m.;
e possiede le caratteristiche chimico - fisiche, microscopiche ed
organolettiche di tali fasce altitudinali.
Il MIELE DELLA VALTELLINA monoflorale e' cosi' definito quando
proviene in prevalenza da un'unica origine florale e ne possiede le
caratteristiche organolettiche, fisico-chimiche e microscopiche, come
piu' avanti definite. Puo' essere delle seguenti varieta':
- rododendro, dizione utilizzata per il miele monoflorale di
Rhododendron spp.;
- castagno, dizione utilizzata per il miele monoflorale di Castanea
sativa Miller.;
- acacia, dizione utilizzata per il miele monoflorale di Robinia
pseudoacacia L.;
- tiglio, dizione utilizzata per il miele monoflorale di Tilia spp.
3.1 Caratteristiche fisico-chimiche generali
Contenuto di acqua, non superiore a 18,0%
Indice HMF - Idrossimetilfurfurale inferiore a 15 mg/kg
3.2. Caratteristiche organolettiche e melissopalinologiche
Il MIELE DELLA VALTELLINA presenta caratteristiche organolettiche
conformi alla sua origine naturale ed e' privo di difetti obiettivi
di natura organolettica, fisica, chimico-fisica, biologica e
microbiologica. Il Miele della Valtellina all'analisi
melisso-palinologica deve presentare un sedimento coerente con la sua
origine botanica e geografica. L'indagine melissopalinologica e'
preminente anche nella definizione delle diverse varieta' di
prodotto.
3.3 Caratteristiche distintive dei diversi tipi di miele
Come conseguenza della diversa origine botanica ogni tipologia di
miele possiede diverse caratteristiche organolettiche,
melissopalinologiche e fisico-chimiche, cosi' come di seguito
specificato.
3.4 Caratteristiche del MIELE DELLA VALTELLINA millefiori di montagna
Caratteristiche organolettiche
Stato fisico: liquido appena estratto, va incontro a
cristallizzazione con tempi e con caratteristiche variabili in
funzione dei principali nettari che lo compongono.
Colore: da giallo paglierino ad ambra scuro, quando liquido; da
bianco crema a marrone quando cristallizzato.
Odore: da lieve a forte intensita', di tipo fruttato, vegetale o
caramellato; spesso con punte balsamiche e tanniche legate alla
presenza di tiglio e castagno.
Sapore: da dolce ad amaro;
Aroma: simile all'odore.
Caratteristiche melissopalinologiche
Classe di rappresentativita': molto variabile, generalmente II - III
- PK/10 g inferiore a 500.000.
Questo miele presenta un certo grado di variabilita' in funzione dei
diversi ambienti di stazionamento degli alveari. La flora che lo
caratterizza e' quella tipica delle vallate alpine con presenza
costante di Castanea, Robinia, Trifolium spp., Rubus f., Pyrus f.,
Ericaceae, Compositae, Umbelliferae; frequentemente presenti Tilia e,
nei mieli primaverili, Salix, Prunus f. e Compositae forma T. Possono
essere presenti anche specie ruderali e infestanti quali Ailanthus,
Verbascum e Parthenocissus; con minore frequenza si ritrovano Cornus
sanguinea, Rhamnus, Cariophyllaceae e Magnoliaceae. Tra le forme
appartenenti a specie non nettarifere molto frequenti sono le
Graminaceae, Plantaginaceae, Fraxinus ornus, Sambucus nigra, Vitis,
Chamaerops, Filipendula e Quercus. Meno frequenti specie tipiche dei
coltivi quali Chenopodiaceae, Papaver e Zea. Possono essere presenti
indicatori di quota piu' elevata come Polygonum bistorta, Melilotus,
Acer, Helianthemum e Rhododendron, che rivelano l'attitudine delle
api a risalire le pendici. Alcune aree del versante retico (solivo)
si evidenziano per la presenza marcata di pollini di Genista t.
associata a Quercus robur e piante coltivate quali Vitis e Zea mays.
I mieli del versante orobico, posto a bado, possono essere
caratterizzati dalla presenza di essenze di ambiente piu' fresco e
umido come Aruncus vulgaris e la specie endemica caratteristica di
questa area orobica Sanguisorba dodecandra.
3.5 Caratteristiche del MIELE DELLA VALTELLINA millefiori di alta
montagna
Caratteristiche organolettiche
Stato fisico: liquido appena estratto, cristallizza spontaneamente in
alcuni (4-5) mesi dopo il raccolto, a cristalli fini e con
consistenza cremosa, ma anche dura e compatta in funzione delle
modalita' di conservazione.
Colore: da quasi incolore a giallo paglierino allo stato liquido; da
bianco a beige chiaro quando cristallizzato.
Odore: debole o di media intensita', generalmente di tipo fresco e
fruttato.
Sapore: dolce senza note amare.
Aroma: come l'odore.
Caratteristiche melissopalinologiche
Classe di rappresentativita': molto variabile, spesso I - II - PK/10
g inferiore a 50.000.
Lo spettro pollinico e' caratterizzato principalmente
dall'associazione, in proporzioni variabili, di Rhododendron, Rubus e
Trifolium repens. A questo gruppo si accompagnano spesso Lotus
corniculatus, Trifolium pratense, Umbelliferae, Campanulaceae,
Polygonum bistorta, Trifolium alpinum, in modo piu' saltuario
troviamo Myosotis, Pyrus f., Saxifragaceae, Genista t., Tilia,
Hippocrepis, Sanguisorba dodecandra, Compositae. Lo spettro pollinico
si compone anche di altre essenze alpine quali Genziana, Primulaceae,
Geraniaceae, Ericaceae, Trifolium hybridum. Tra i pollini di specie
non nettarifere si riscontrano comunemente Pinaceae, Carex,
Graminaceae, Rumex, Urticaceae, Cupressaceae (Juniperus). Possono
essere presenti elementi di quota inferiore provenienti dai
precedenti raccolti o per una bottinatura spinta, da avverse
condizioni ambientali, a quote piu' basse. Indicatori di questa
situazione possono essere: Castanea, Robinia, Acer, Buddleya e, tra
le forme di specie non nettarifere, Quercus, Sambucus, Fraxinus,
Scrophulariaceae. Questi indicatori restano comunque in piccola
quantita': in particolare la presenza di Castanea nei mieli di alta
montagna deve rimanere ridotta in modo che, anche in condizioni di
elevate percentuali di questa forma pollinica, il PK/10 g non superi
50.000.
3.6 Caratteristiche del MIELE DELLA VALTELLINA di rododendro
(Rhododendron spp.)
Caratteristiche organolettiche
Stato fisico: liquido appena estratto, cristallizza in alcuni mesi (4
- 5) dopo il raccolto, con cristallo fine, consistenza cremosa, ma
anche dura e compatta in funzione delle modalita' di conservazione.
Colore: da quasi incolore a giallo paglierino allo stato liquido, da
bianco a beige chiaro quando cristallizzato.
Odore: debole quasi inesistente, generalmente di tipo fruttato.
Sapore: dolce.
Aroma: debole, fruttato e fresco.
Caratteristiche melissopalinologiche
Polline di Rhododendron: percentuale molto variabile, per lo piu'
superiore a 25% (escludendo le specie non nettarifere ed
iperrappresentate).
Classe di rappresentativita': generalmente I - PK/10 g inferiore a
20.000. In presenza di specie iperrappresentate (es. Myosotis) e'
accettabile una classe di rappresentativita' II.
Il polline di Rhododendron e' costantemente accompagnato da Rubus f.
(Rubus idaeus), Polygonum bistorta, Campanulaceae, Trifolium repens
ed alpinum, Lotus corniculatus, Coronilla/Hippocrepis, Myosotis,
Onobrychis, Helianthemum, Compositae tipo A, T ed S. Possono essere
presenti elementi di quota inferiore provenienti dai precedenti
raccolti o per una bottinatura spinta, da avverse condizioni
ambientali, a quote piu' basse. Indicatori di questa situazione
possono essere Castanea, Robinia, Acer, Buddleya e, tra le forme di
specie non nettarifere, Quercus, Sambucus, Fraxinus,
Scrophulariaceae. Questi indicatori restano comunque in piccola
quantita': in particolare la presenza di Castanea deve rimanere
ridotta in modo che, anche in condizioni di elevate percentuali di
questa forma pollinica, il PK/10 g non superi 50.000.
3.7 Caratteristiche del MIELE DELLA VALTELLINA di castagno (Castanea
sativa Miller)
Caratteristiche organolettiche
Stato fisico: liquido, con cristallizzazione assente o molto
ritardata nel tempo (dopo i 6 mesi).
Colore: ambra, piu' o meno scuro quando liquido, marrone se
cristallizzato. Odore: intenso, aromatico, pungente ed ammoniacale.
Sapore: poco dolce, con una distintiva nota amara.
Aroma: come l'odore.
Caratteristiche melissopalinologiche
Polline di Castanea: percentuale superiore a 90% .
Classe di rappresentativita': III - IV - PK/10 g superiore a 100.000.
A causa dell' iperrappresentativita' del polline di Castanea
l'analisi melissopalinologica, pur fornendo informazioni importanti,
non permette di identificare univocamente i mieli uniflorali di
castagno. Maggiore importanza deve quindi essere data alle
caratteristiche organolettiche e fisico-chimiche. Il polline di
Castanea e' presente nei mieli uniflorali di questa specie con una
frequenza tale da mascherare tutte le altre componenti. Le altre
specie sono quindi scarsamente presenti e sempre in percentuale molto
ridotta. Tra queste le piu' frequenti sono le stesse che si trovano
comunemente nel miele millefiori di montagna, con cui condivide
l'area di produzione: Rubus f., Robinia, Trifolium repens gr., Pyrus
f., Ericaceae, Compositae, Umbelliferae, Tilia. Possono essere
presenti anche Rhamnus e Clematis e specie ruderali e infestanti
quali Ailanthus, Verbascum e Parthenocissus. Tra le forme
appartenenti a specie non nettarifere si possono ritrovare
Graminaceae, Plantaginaceae, Fraxinus ornus, Vitis, Filipendula e
Quercus. Possono essere eventualmente presenti indicatori di quota
piu' elevata come Polygonum bistorta, Myosotis, Melilotus, Acer,
Helianthemum, e Rhododendron.
3.8 Caratteristiche del MIELE DELLA VALTELLINA di acacia (Robinia
pseudoacacia L.)
Caratteristiche organolettiche
Stato fisico: generalmente liquido; puo' presentarsi leggermente
torbido per la presenza di cristalli. Colore: da bianco acqua a
giallo paglierino chiaro.
Odore: debole, generico di miele.
Sapore: molto dolce.
Aroma: debole, generico di miele o vanigliato.
Caratteristiche melissopalinologiche
Polline di Robinia: percentuali molto variabili, generalmente
superiori a 15 % .
Classe di rappresentativita': I - PK/10 g inferiore a 20.000.
Data la iporappresentativita' della specie, il polline di Robinia, si
trova associato soprattutto a specie non nettarifere quali Sambucus
pigra, Rumex, Papaver, Helianthemum, Actinidia, Fraxinus ornus. Le
specie nettarifere che possono essere presenti sono Cornus sanguinea,
Rhamnus, Trifolium repens, Salix, Rubus f., Aesculus, Prunus f.,
Pyrus f., Acer, Labiatae di tipo M, Ericaceae, Caryophyllaceae.
Nei pressi dei centri abitati maggiori (Sondrio), sul versante
retico, si trova l'associazione tipica con Ailanthus. Nell'area
orobica opposta (Albosaggia), puo' essere presente Polygonum
bistorta. Nella bassa Valtellina (esempio Dubino e Piantedo) oltre
alle essenze gia' viste, possono essere presenti Tilia, Genista f. ed
Erica arborea. Anche all'inizio della Valchiavenna troviamo spesso
l'abbinamento con Tilia. Nella zona di Teglio Genista f. puo' essere
presente anche in percentuali rilevabili.
3.9 Caratteristiche del MIELE DELLA VALTELLINA di tiglio (Tilia spp.)
Caratteristiche organolettiche
Stato fisico: liquido appena estratto, cristallizza abbastanza
lentamente (5 - 6 mesi), spesso con cristalli grossi.
Colore: da ambra chiaro ad ambra quando liquido, da bianco a beige
quando cristallizzato. Odore: di media intensita' o forte, fresco,
mentolato.
Sapore: dolce, ma puo' presentare una leggera componente amara.
Aroma: intenso, fresco, balsamico, mentolato e medicinale, molto
persistente.
Caratteristiche melissopalinologiche
Polline di Tilia: percentuali variabili, generalmente molto basse,
anche in relazione alla presenza di Castanea.
Classe di rappresentativita': I - II PK/10 g generalmente inferiore a
20.000. Fino a 100.000 in presenza di elevate percentuali di Myosotis
o di Castanea.
A causa dell'iporappresentativita' del polline di Tilia e della
costante presenza di Castanea, specie invece fortemente
iperrappresentata, l'analisi melissopalinologica, pur fornendo
informazioni importanti, non permette di identificare univocamente i
mieli uniflorali di tiglio. Maggiore importanza deve quindi essere
data soprattutto alle caratteristiche organolettiche, in quanto anche
quelle fisico-chimiche non sono caratterizzanti in modo conclusivo.
Nei mieli uniflorali di tiglio la specie apparentemente prevalente e'
quasi sempre Castanea, presente spesso in percentuale elevata; pero'
il PK/10 g non deve superare 50.000, indicando quindi un'origine di
tipo secondario o terziario, comunque marginale nella formazione del
miele. Le altre specie presenti evidenziano la quota intermedia di
produzione di questo miele; infatti si possono riscontrare sia le
specie che generalmente si associano al castagno (Robinia, Trifolium
spp., Rubus f., Pyrus f., Ericaceae, Compositae, Umbelliferae), sia
quelle tipiche dei mieli di alta montagna: Rubus f. (Rubus idaeus),
Polygonum bistorta, Campanulaceae, Trifolium repens ed alpinum, Lotus
corniculatus, Coronilla/Hippocrepis, Myosotis, Onobrychis,
Helianthemum, Compositae tipo A, T ed S.
ART. 4
Prova dell'origine
Ogni fase del processo produttivo viene monitorata documentando gli
input e gli output. In questo modo e attraverso l'iscrizione in
appositi elenchi, gestiti dalla struttura di controllo, degli
alveari, dei produttori e dei confezionatori, la tenuta di registri
di produzione e di confezionamento nonche' attraverso la
dichiarazione tempestiva alla struttura di controllo delle quantita'
prodotte, e' garantita la tracciabilita' e la rintracciabilita' del
prodotto. Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei
relativi elenchi sono assoggettate al controllo da parte della
struttura di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di
produzione e dal relativo piano di controllo.
ART. 5
Metodo di Ottenimento
5.1 Conduzione degli alveari
Gli alveari di produzione possono essere:
- "stanziali", cioe' permanere per l'intero arco dell'anno nella
stessa postazione;
- "nomadi", cioe' interessati da spostamenti entro il territorio
sopra descritto per tutto il periodo delle fioriture interessate o
provenienti da postazioni esterne al territorio, ma che devono
giungervi privi di melario o con melario vuoto.
E' vietato utilizzare, per la nutrizione proteica, pollini di origine
diversa da quella strettamente locale. La conduzione degli alveari
dovra' essere rispettosa delle buone prassi di conduzione apistica.
5.2 Prelievo, estrazione e preparazione al consumo
I locali destinati alla smielatura, lavorazione e conservazione del
miele devono ricadere nell'ambito territoriale di produzione.
La qualita' del prodotto viene assicurata con l'osservanza, da parte
degli operatori, del "Regolamento delle buone prassi di conduzione
apistica" che interessa le diverse fasi di allevamento delle
famiglie, produzione, prelievo dei melari, estrazione del miele,
preparazione al consumo del raccolto, conservazione dello stesso.
Art. 6
Legame con l'ambiente
Probabilmente per nessun'altro prodotto agricolo come per il miele,
il legame tra zona di origine e caratteristiche del prodotto e' cosi'
forte. Le variabilita' del prodotto sono infatti strettamente
connesse all'ambiente vegetazionale proprio del territorio. Il MIELE
DELLA VALTELLINA e' un prodotto fortemente legato alla tradizione
locale.
Elementi di carattere storico-tradizionale - La produzione di miele
nel territorio ha origini remote, come riscontrato in molta
documentazione rintracciata: sia in atti notarili (es. notaio Galli
anno 1594) che nei cospicui riferimenti contenuti nei testi che
descrivono l'economia locale. Una traccia dell'importanza
dell'apicoltura rimane anche nelle ricette dei dolci tradizionali: il
miele infatti rappresentava l'elemento base per i dolci locali, quali
la "Cupeta" e i "Cicc". L'apicoltura razionale e produttiva si e'
sviluppata presto, andando precocemente a sostituire quella praticata
con i bugni villici. A partire dagli anni '80 del '900 l'attivita'
della struttura associativa locale si e' orientata a promuovere un
costante miglioramento della qualita' del prodotto, istituendo un
marchio di garanzia.
Fattori vegetazionali e agricoli: il territorio provinciale comprende
essenzialmente due aree diverse, distinguibili per livello
altitudinale, aspetto morfologico, caratteristiche vegetazionali e
per il differente impatto delle attivita' umane. Sotto la quota 1.000
m s.l.m. la vegetazione e' profondamente modificata dall'uomo, specie
nel fondo valle (urbanizzazione) e in sponda soliva (viticoltura),
con ampie zone di naturalizzazione specie in area orobica. In queste
zone si producono mieli interessanti per la variabilita' delle loro
caratteristiche, legate alla composizione botanica dei diversi
ecosistemi e alle prevalenze di importanti essenze nettarifere quali
Castagno, Tiglio, Robinia. Le "terre alte" sono caratterizzate dalla
presenza di alcuni fra i piu' importanti rilievi delle Alpi. In
questo ambiente d'alta montagna si producono i mieli piu' rari e
pregiati di flora alpina e di Rododendro.
Fattori produttivi: l'apicoltura valtellinese si configura come
attivita' diffusa e sviluppata su tutto il territorio provinciale ed
e' caratterizzata da aziende produttive che operano con grande
passione e in regime di part-time; l'allevamento delle api assume
quindi un'importante ruolo di integrazione di reddito nell'ambito
dell'economia debole dell'area montana. Tradizionalmente l'attivita'
si compone anche di un nomadismo piano-monte per conseguire le
produzioni di Millefiori d'alta montagna o di Rododendro. Questi sono
mieli distintivi dell'apicoltura provinciale, per l'eccezionale
qualita'. Il Miele della Valtellina, nelle tipologie "Millefiori di
Alta Montagna" e "Monoflorale di Rododendro", e' costantemente
premiato nei principali concorsi nazionali e regionali.
La provenienza del MIELE DELLA VALTELLINA e' verificabile mediante
l'analisi melissopalinologica.
6.1 Identificazione del prodotto.
Il MIELE DELLA VALTELLINA in ogni sua fase deve assicurare la
tracciabilita' del prodotto.
ART. 7
Controllo
La verifica della conformita' del prodotto al disciplinare e' svolta
da una struttura di controllo, conformemente a quanto stabilito dagli
articoli 10 e 11 del Reg. (CE) n. 510/2006. Tale struttura e'
l'Organismo di controllo CSQA Certificazioni Srl - Via San Gaetano,
74 - 36016 Thiene (VI) - tel. +39-0445-31 30 11 fax +39-0445-31 30 70
e-mail csqa@csqa.it.
ART. 8
Etichettatura
Le indicazioni relative alla designazione e presentazione del
prodotto confezionato sono quelle previste dalla legislazione
vigente.
Oltre a quelle previste, in etichetta devono comparire le seguenti
indicazioni:
- la denominazione "MIELE DELLA VALTELLINA" declinata in funzione
della tipologia del prodotto come definito nell'art. 1 del presente
disciplinare;
- l'acronimo "DOP" o per esteso "Denominazione d'Origine Protetta";
- il logo comunitario;
- le modalita' di conservazione: "da conservarsi in luogo fresco e
asciutto e al riparo dalla luce";
- il termine preferenziale di consumo: "da consumarsi preferibilmente
entro: mese ed anno", corrispondenti a non piu' di 24 mesi dalla data
di estrazione.
Possono inoltre comparire le seguenti indicazioni:
- indicazioni nutrizionali;
- consigli d'uso.