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Tassa di 3 centesimi su bevande gassate

L'ipotesi annunciata dal ministro Balduzzi: introito di 250 milioni di euro all'anno e non crea problemi ai consumatori
 

MILANO - Una tassa di tre centesimi su ogni bottiglietta di aranciata, sprite o altre bevande gassate e zuccherate da 33 cl. È l'«ipotesi» annunciata dal ministro della Salute Renato Balduzzi intervenuto a Radio Anch'io e interpellato a proposito della discussa tassa sul "cibo spazzatura". Un intervento che porterebbe nelle casse dello Stato 250 milioni di euro l'anno, «finalizzati a iniziative di rafforzamento di campagne di prevenzione e di promozione di corretti stili di vita e ad alcuni interventi mirati in campo sanitario». Un prelievo di soli 3 centesimi, ha aggiunto il ministro, non crea problemi ai consumatori né ai produttori e manda un segnale all'opinione pubblica di attenzione per un problema sottovalutato dalle famiglie, visto che metà dei nostri ragazzi consuma troppe bevande gassate e zuccherate.
ACCORDO CON PRODUTTORI - «Si tratta di semplicemente di un'ipotesi allo studio, aperta alla discussione - ha sottolineato Balduzzi, che ha dunque escluso almeno per il momento l'introduzione di una tassa su alcuni alimenti poco sani -. Nelle leggende metropolitane nazionali è uscito anche che avrei intenzione di tassare Nutella e cotechino. Faccio notare che ci potrebbero essere anche dei profili problematici, nell'ipotesi in cui un responsabile pubblico si mettesse in testa di attaccare alcune delle qualità del nostro Paese. Altro discorso, e abbiamo già avviato un tavolo con produttori e ministero Agricoltura, è riuscire a fare un accordo con i produttori per diminuire alcune percentuali nei cibi, per esempio i famosi grassi saturi. Ma questo è tutto un altro discorso, che non può essere fatto con la leva fiscale, bensì con un accordo mirato».

CODACONS - Il balzello sulle bevande viene bocciato senza appello dal Codacons. «È una tassa ipocrita - spiega il presidente Carlo Rienzi -. Con la scusa della corretta alimentazione e dello scopo sanitario, il governo vuole mettere le mani nelle tasche dei cittadini, aumentando il costo delle bibite gassate. In sostanza, per colmare i vuoti della casse statali si cerca di far perdere i chili di troppo agli italiani. Non si capisce poi perché tassare solo le bibite gassate lasciando fuori altri prodotti alimentari che fanno altrettanto male alla salute, come merendine o patatine fritte». Per Coldiretti, «per migliorare concretamente la qualità dell'alimentazione occorre aumentare la quantità di frutta nelle bibite che oggi per legge contengono appena il 12 per cento di vero succo».

 
 
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