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Formaggi: oltre un terzo degli acquisti è DOP

Pubblicati i risutlati di un'indagine Ismea-Gfk-Eurisko sui consumi di formaggio in Italia
 
Le produzioni a marchio DOP del settore caseario concentrano il 35% della spesa familiare in formaggi, con le tipologie a pasta dura che arrivano però a coprire il 93% del segmento. Un comparto, quello delle Dopcasearie, ormai consolidato nelle abitudini di consumo degli italiani, ma che attraversa, dicono i dati del primo semestre 2011, una fase di contrazione degli acquisti che, almeno nel canale domestico, risulta più marcata rispetto alla dinamica riscontrataper i formaggi in generale.

Per le denominazioni di origine la flessione dei volumi acquistati - e qui la crisi si fa sentire - è stata infatti dell'1,4% rispetto al primo semestre 2010, afronte di un -0,2% rilevato per l'intero aggregato dei formaggi. La spesa ha continuato però a crescere, per effetto di un generalizzato aumento dei prezzi, con il comparto Dopche ha messo a segno un più 1,5% e i formaggi in generale cresciuti dell'1,2%

Tra quelli che esprimono i maggiori volumi di consumo (Grana padano, Parmigiano reggiano, Gorgonzola, Pecorino romano, Mozzarella di bufala campana), e che da solirappresentano oltre il 90% del mercato finale, solo il Gorgonzola e il Pecorino hanno chiuso il primo semestre con un dato positivo degli acquisti in volume, stazionari invece per il Grana padano.

C'è anche da rilevare, in contrapposizione con la generale stagnazione del mercato domestico, un positivo andamento delle esportazioni. Nell'interaannata 2010 - spiega l'Ismea - le vendite oltre frontiera di formaggi Dop sono infatticresciute del 16%, portandosi oltre 1,1 miliardi di euro, confermando un trend positivo che in cinque anni ha raddoppiato il giro d'affari all'estero.

Relativamente alla produzione certificata, gli ultimi aggiornamenti dell'Osservatorio Ismea-Mipaafsui prodotti Dop e Igp indicano nel 2010 un quantitativo di 450 mila tonnellate -pari al 40% della produzione nazionale del settore - per un fatturato all'origine stimato dall'Istituto in oltre 3 miliardi di euro, che al consumo arriva a sfiorare i 5 miliardi. Cifre che collocano il Belpaese in testa alla graduatoria Ue, davanti anche alla Francia che vanta, però, il numero più elevato di formaggi tutelati dal marchiocomunitario.
In Italia sono oltre 35 mila gli allevamenti, tra bovini, ovicaprini e bufalini,coinvolti nella filiera produttiva dei formaggi a denominazione protetta e quasi 1.700 il numero delle imprese di trasformazione. Ammontano a 1,6 milioni i capi bovini riconducibili al circuito dei formaggi Dop,numero che sfiora i 3 milioni nel caso degli ovicaprini e i 173 mila capi nella filiera bufalina

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Notizia tratta da ISMEA
 
 
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