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Il bilancio sulle abitudini alimentari degli italiani nei 150 anni di storia

L'opuscolo dell'INRAN
 

Roma, 17 marzo 2011. L’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), ente pubblico di ricerca dipendente dal Ministero dell’Agricoltura, celebra i 150 anni dell'unità d'Italia pubblicando sul proprio sito un interessante opuscolo sulle abitudini alimentari degli italiani nell’ultimo secolo e mezzo.

In questi 150 anni in Italia si è verificato il passaggio da una società della scarsità a una dell’abbondanza, testimoniato dal generale aumento di statura della popolazione.
In particolare, fino alla Seconda Guerra Mondiale lo stile alimentare italiano era molto vicino a quello attuale dei Paesi in via di sviluppo, basato principalmente su pane e ortaggi, a fronte di uno stile di vita meno sedentario rispetto a oggi. Con il boom economico del dopoguerra si sono abbandonati, o quasi, cereali come l’orzo, la segale e il mais a favore del grano, per lo più nella versione “povera” della farina raffinata. Sono passati di moda anche i legumi secchi e la frutta con guscio.  

Oggi in Italia non si mangia seguendo il modello strettamente mediterraneo. Rispetto agli anni Sessanta nella dieta è fortemente aumentata la presenza di proteine animali e di grassi, soprattutto animali, anche a scapito dei carboidrati, che non rappresentano più il 59% del fabbisogno giornaliero ma solo il 45.


Infine, oggi la consapevolezza dei consumatori verso la sicurezza e le problematiche riguardanti il cibo è fortemente aumentata.

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