Il tasso di obesità nei Paesi Ocse è aumentato del 10% rispetto al 1980 e circa la metà della popolazione è in sovrappeso. Lo riferisce il nuovo rapporto Ocse “Obesity and the economics of prevention: fit not fat” che confronta i dati provenienti da 11 Paesi e offre un’analisi dell’impatto economico-sanitario per la prevenzione dell’obesità. Il documento ritiene l’incremento di peso un pericolo per la salute della popolazione dei paesi occidentali e stima che ogni 15 chili di peso in eccesso l’individuo perde dagli 8 ai 10 anni di vita (quanto un fumatore) e aumenta il rischio di morte prematura del 30%. Le proiezioni dell’Ocse prevedono entro 10 anni in Paesi come Stati Uniti e Inghilterra un numero di persone in sovrappeso pari ai due terzi della popolazione. La probabilità di diventare obesi è maggiore nelle fasce di popolazione con un reddito minore e un basso livello di istruzione. Anche la famiglia gioca un ruolo rilevante, i bambini con almeno un genitore obeso hanno più probabilità di diventarlo per una questione genetica e per l’esempio negativo degli adulti abituati a condurre stili di vita poco salutari.