Londra, aprile 2011. Un recente studio inglese ha dimostrato come l'acquolina in bocca (l'aumento della salivazione che è sinonimo di desiderio di fame) non scaturisce dalla vista di immagini riguardanti il cibo, bensì dall'odore e dal sapore che questo possiede.
La ricerca, quindi, demolisce uno degli assunti fondamentali del marketing secondo il quale un'immagine accattivante del prodotto (in questo caso dell'alimento) può invogliare all'acquisto.
In particolare, lo studio, coordinato da Guy Carpenter dalla Salivary Research Unit del Kings College London Dental Institute, e pubblicato sul
Journal of Studies Texture, afferma che"... la base fisiologica di questa risposta non è chiara. A differenza degli animali – come i cani dell’esperimento di Pavlov - gli esseri umani non sono in grado di aumentare la salivazione pensando al cibo. E vari studi hanno rilevato che non c’è una crescita significativa della produzione di saliva nemmeno in risposta a immagini di alimenti. È possibile che l’immagine non sia sufficiente a “convincere” il cervello del fatto che il cibo sta arrivando davvero, e quindi l’organismo non si prepara a mangiarlo e assimilarlo".
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