I VINI ITALIANI PIÙ FORTI DI CALDO E SICCITÀ

 
Forse come non mai quest’anno, si era timorosi nell’attesa dei risultati delle previsioni vendemmiali, appuntamento annuale che delinea, mentre è ancora in corso la vendemmia, lo stato dei vigneti a livello nazionale e regionale e presentando al tempo stesso le tanto attese previsioni relative alla produzione del vino della campagna in corso.

La siccità e il caldo record di questo 2022 non hanno compromesso i vigneti italiani: a risollevare sicuramente quella che sembrava una situazione potenzialmente molto critica sono state le piogge “intelligenti” di agosto unitamente al massiccio ricorso all’irrigazione di soccorso laddove possibile e al lavoro straordinario di ricerca e applicazione di enologi e produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche.

Le previsioni non facevano così ben sperare se si considera che, con un -46% di precipitazione cumulata da inizio anno a fine luglio rispetto alla media degli ultimi 30 anni, il 2022 si è distinto come l'anno più siccitoso dal 1800 ad oggi, aggravato anche dalle temperature più calde delle ultime cinque decadi.

Ciononostante la produzione 2022 dovrebbe attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, la stessa quantità dello scorso anno (50,23 milioni di ettolitri di vino il dato Agea 2021) e a +3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021, anche se è prematuro abbassare la guardia perché cruciale è l'andamento meteorologico delle prossime settimane: se le condizioni climatiche lo permetteranno, avremo una completa maturazione ottimale delle uve, ma qualora il clima non dovesse essere favorevole, i risultati potrebbero ancora mutare.

Molte sono ad ogni modo le differenze regionali, impossibile quindi fare un discorso omogeneo. . Nel Nord Ovest si assiste alla importante flessione della Lombardia (-20%), seguita da quella più moderata del Piemonte (9%) e della Liguria (5%) mentre si stima in crescita la Valle d’Aosta (10%). A Nord-Est sembrano in moderato recupero rispetto allo scorso anno sia Trentino-Alto Adige (10%) che Emilia-Romagna (4%), mentre perdite di lieve entità potrebbero esserci in Veneto (-3%), con il Friuli-Venezia Giulia sostanzialmente stabile. Al Centro si assiste al rialzo dell’Umbria (+10%) e Toscana (+12%). Marche e Lazio hanno invece un aumento più moderato (5%). Abruzzo. Molise e Calabria dovrebbero avere una produzione stabile mentre crescono Campania (+4%), Sardegna (+15%), Basilicata (+10%) e Puglia (+3%), mentre la Sicilia ha leggera flessione (-5%).
 
FONTE: ISMEA
 
 
 
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