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NEI MENU FRANCESI SCATTA L' OBBLIGO DI ORIGINE PER LA CARNE

 

Importante novità in arrivo dalla Francia: la ristorazione dei cugini d’oltralpe, inclusi ristoranti e mense, dal prossimo 1° marzo e per due anni, dovrà indicare nei menu il Paese di origine delle carni di maiale, pollame, agnello o montone servite ai propri clienti. Più dettagliatamente, dovranno essere indicati nei menù il Paese di allevamento e il Paese di macellazione, sia che si tratti di carne fresca, refrigerata o congelata, per poter garantire maggiori informazioni sugli alimenti consumati anche fuori casa.

Una scelta, quella francese, che va sempre più nella direzione della maggiore trasparenza e alla quale si è giunti per dare una svolta alla situazione degli ultimi anni. Il ministro francese dell’Agricoltura e dell’Alimentazione Julien Denormandie, ha infatti ricordato che attualmente, nella ristorazione collettiva metà della carne viene importata e si raggiunge addirittura il 60% per il pollame. Le ragioni che avevano portato a questo sono ovvie: si decide di importare laddove è economicamente più conveniente.

Il decreto è stato approvato dall’Unione Europea e comporterà significative conseguenze, in modo particolare da un punto di vista economico determinando una più forte competitività sui mercati agroalimentari. Ed ecco perché ora questo viene richiesto anche dai produttori italiani.

«Si tratta di una misura importante per consumatori e per imprese italiane che va adottata al più presto anche in Italia dove circa 1/3 della spesa alimentare avviene fuori casa per un importo che nonostante la pandemia ha raggiunto lo scorso anno i 60 miliardi di euro"» ha subito detto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, che ha aggiunto calcando la mano: «L'Italia che è leader nella qualità alimentare deve essere all'avanguardia nelle normative per la tracciabilità a tavola, come è accaduto sull'obbligo di indicazione di origine per gli alimenti venduti in negozi e supermercati».
La misura - continua Prandini - «va estesa anche a ristoranti, trattorie e mense pubbliche e private nelle scuole, negli ospedali, nelle aziende e militari ai prodotti più sensibili, dalla carne al pesce, dai formaggi ai salumi, dalla frutta alla verdura».

FONTE: AVVENIRE

 
 
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