Se secondo il governo sloveno non ci sono infrazioni ma si tratterrebbe solo di un aggettivo, è indubbio e palese che non solo questo costituisca un grave danno alla produzione italiana ma soprattutto, se non si intervenisse prontamente, rappresenterebbe un pericoloso precedente anche per altre denominazioni DOP e IGP del nostro Made in Italy.
Ecco perché il Governo italiano si è prontamente attivato e il ministero degli Esteri è pronto a dar battaglia ricorrendo a un ricorso alla Corte di Giustizia come previsto dall'articolo 259 del TFUE.
Ma dopo la Slovenia, anche Cipro vuole sfruttare la notorietà della nostra denominazione: lo scorso 22 giugno, infatti, Nicosia ha notificato alla commissione europea la legge che introduce la possibilità di chiamare “aceto balsamico” una miscela prodotta da imprese locali. Come con la Slovenia, anche in questo caso l’Italia può fare opposizione a Bruxelles ma purtroppo i tempi sono davvero brevi perché l’istanza può essere presentata entro il 22 settembre e solo lo scorso 7 settembre il consorzio è venuto a conoscenza, del tutto casualmente per giunta, di questo nuovo grave attacco.
Viene quindi richiesto ora al Governo di reagire a questa ennesima minaccia rispettando i tempi strettissimi entro i quali si dovrà presentare la propria posizione.