Nuovo Decreto Ministeriale sull'indicazione di origine
In via generale, pur apprezzando lo spirito che anima questo progetto di norma, esso non valorizza la qualità della trasformazione e della produzione alimentare nazionale, ma attraverso un sistema piuttosto formale, i millimetri del carattere tipografico da utilizzare per indicare l'origine agricola, intende evidenziare soltanto il dato della provenienza agricola di taluni alimenti, favorendo, oltretutto il preconfezionato d'importazione.
Rischiamo di tornare al righello per misurare l'altezza dei caratteri tipografici quando poi gran parte, ormai la più importante, della comunicazione passa attraverso la pubblicità ed i nuovi media. Insomma ci soffermiamo su un aspetto tipografico dell'etichetta, strumento che lo stesso Legislatore ha già radicalmente modificato nel corso degli anni, quando basta un blog per portare dalle stalle alle stelle, o viceversa, un prodotto od un marchio. Sarebbe quindi opportuno concentrare l’attenzione su questi nuovi strumenti che spesso ingenerano false aspettative nel consumatore.
Per quanto riguarda lo smaltimento delle etichette, almeno per prodotti che sono particolarmente legati alla cadenza annuale della campagna agricola, quali l'olio o i pomodori, sarebbe opportuno collegare il cambio delle etichette con la nuova campagna, quindi dando il tempo di esaurire il materiale già predisposto per le produzioni della campagna agricola di prossima venuta sganciandolo dal criterio dei 180 giorni dalla pubblicazione che, a prescindere dall'incertezza del giorno di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, é particolarmente incerto visto che il Decreto deve passare al vaglio di Bruxelles. E non é detto che cio' avvenga senza difficoltà e senza proroga dei termini di sospensione degli effetti del Decreto. Insomma sarebbe opportuno che l'etichetta non dovesse cambiare nel bel mezzo di una campagna agricola.
La nuova disciplina di etichettatura rischia di cadere a poca distanza da quella imposta dal prossimo Regolamento comunitario sull'informazione dei consumatori. Quindi, sarebbe opportuno accorpare gli adempimenti evitando costi alle imprese, che diventano fatalmente costi per il consumatore.
Giuseppe Durazzo
Avvocato specializzato in legislazione alimentare