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CIBO, SERVONO RISORSE E PIU' ATTENZIONE NEI CONFRONTI DELLE PMI ALIMENTARI

 
«Che la nascita di un assessorato al Cibo sia un passo in avanti lo speriamo. A Fabio Rolfi chiediamo maggiori risorse e più attenzione alle piccole e media imprese della trasformazione alimentare, che fanno il Made in Italy nel mondo». Intervistato da Renato Andreolassi durante la trasmissione Punti di Vista in onda su TeleTutto, il presidente nazionale di UnionAlimentari, Antonio Casalini, (2600 le imprese associate, un centinaio quelle bresciane) ha lanciato un appello alla politica per chiedere maggiore sostegno alle migliaia di Pmi lombarde che quotidianamente producono «il cibo che consumiamo». Un appello rivolto anche ad Alessandro Mattinzoli, assessore allo Sviluppo economico che ha competenza diretta sull’industria di trasformazione alimentare.
 
«Non più tardi di qualche giorno fa – ha insistito Casalini – è stato disposto un nuovo finanziamento per le Dop e le Igp, il che va benissimo. Non si può però continuare a sostenere solo un settore che vale una piccolissima percentuale dell’export italiano e non considerare tutto il resto». Degli oltre 40 miliardi di cibo italiano esportato all’estero nel 2017, le etichette Dop e Igp valgono solo 4 miliardi (il 95% realizzato da soli 10 prodotti), mentre tutto il resto è rappresentato da alimenti (di tutti i giorni) trasformati dalle industrie italiane medie e piccole: pane e prodotti di pasticceria (+10,8%), lattiero-caseari (+10,4%), prodotti per l’alimentazione degli animali (+9,3%), cioccolato, tè, caffè, spezie e soprattutto piatti pronti (+8,6%).
 
«Un esempio su tutti – ha spiegato Renato Bonaglia, presidente di Unas, unione nazionale alimenti surgelati, in studio con Casalini – è il caffè. In Italia non produciamo un chicco di caffè eppure siamo i più grandi esportatori al mondo di questo prodotto. Parole italiane quali “macchiato” e “cappuccino”, fanno oggi parte del lessico internazionale».
 
«Quello che fa la differenza rispetto alle altre nazioni – ha concluso Casalini – è la qualità della trasformazione, il saper fare delle aziende italiane. Questo però dobbiamo saperlo valorizzare di più, per questo chiediamo maggiore attenzione da parte delle istituzioni».
 
 
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