NUTRI-SCORE BOCCIATO IN EUROPA: UNA VITTORIA PER IL MADE IN ITALY?

Il sistema di etichettatura Nutri-Score, da anni al centro di un acceso dibattito, sembra destinato a non essere adottato a livello europeo. Secondo un’inchiesta di Radio France, la Commissione Europea avrebbe deciso di abbandonare il progetto sotto la pressione di diverse lobby, tra cui quelle italiane, che da tempo si battono contro questa classificazione. Tuttavia, durante un recente briefing stampa a Bruxelles, i portavoce della Commissione non hanno confermato né smentito la notizia, limitandosi a riconoscere che trovare una soluzione condivisa in materia di etichettatura nutrizionale rappresenta una sfida complessa.

Un sistema discusso e divisivo

Il Nutri-Score è stato ideato in Francia nel 2017 con l’obiettivo di aiutare i consumatori a fare scelte alimentari più consapevoli. Il suo funzionamento si basa su una scala cromatica e alfabetica che classifica i prodotti dalla lettera “A” (verde, per gli alimenti più salutari) alla lettera “E” (rosso, per quelli considerati meno sani). Sebbene questo modello sia stato adottato in diversi Paesi europei, tra cui Francia, Germania, Belgio e Spagna, ha suscitato forti resistenze in altri Stati membri, in particolare in Italia. I principali oppositori sostengono che il Nutri-Score penalizzi ingiustamente alimenti tradizionali della dieta mediterranea come l’olio extravergine d’oliva, i formaggi DOP e i salumi. La critica principale riguarda il metodo di valutazione basato su 100 grammi di prodotto, senza considerare le reali porzioni consumate e il contesto nutrizionale più ampio. Questo approccio, secondo il fronte del “no”, potrebbe condizionare negativamente le scelte dei consumatori e svantaggiare prodotti tipici italiani, a beneficio di alimenti ultra-processati con formule adattate per ottenere un punteggio migliore. Il governo italiano si è sempre schierato contro l’adozione obbligatoria del Nutri-Score. La premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida hanno più volte ribadito la necessità di un sistema che informi senza penalizzare i prodotti di qualità.

“Se quanto riportato da alcuni organi di stampa sarà confermato, si tratterà di una vittoria importante per l’Italia, una vittoria del governo Meloni che da sempre si è battuto per le nostre eccellenze contro le indicazioni ingannevoli del Nutri-Score”, ha dichiarato Lollobrigida. Il ministro ha sottolineato come un sistema di etichettatura debba fornire un’informazione chiara e trasparente ai cittadini senza distorcere il mercato. L’Italia non è stata sola in questa battaglia. Un ampio fronte di Paesi – tra cui Grecia, Cipro, Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia – ha espresso la propria contrarietà all’adozione di un sistema unico e vincolante per tutta l’Unione Europea. Questa coalizione ha di fatto bloccato l’approvazione del Nutri-Score a livello comunitario, impedendo il raggiungimento della maggioranza qualificata necessaria.

Quale futuro per l’etichettatura nutrizionale?

Nonostante la possibile archiviazione del Nutri-Score, la Commissione Europea non intende rinunciare all’idea di un sistema di etichettatura armonizzato. La portavoce Anna-Kaisa Itkonen ha dichiarato che l’obiettivo rimane quello di garantire informazioni trasparenti ai consumatori, lavorando in collaborazione con gli Stati membri per trovare una soluzione condivisa. L’Italia e altri Paesi spingono per un modello alternativo, come il sistema a “batteria”, che invece di penalizzare singoli alimenti fornisce informazioni più dettagliate sul contenuto nutrizionale, tenendo conto delle reali porzioni consumate. La partita, dunque, non è ancora chiusa. Il dibattito sull’etichettatura nutrizionale in Europa continua, ma per ora il Nutri-Score sembra destinato a restare fuori dalla normativa comunitaria.

 

FONTI: SOLE 24 ORE, IL GIORNALE, CORRIERE DELLA SERA