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ARTICOLO 62: SERVONO PRESE DI POSIZIONE IMMEDIATE E CHIARIFICATRICI. LE PMI EVIDENZIANO FORZATURE PER PROROGARE I TERMINI DI PAGAMENTO.

Siamo di fronte a una importante rivoluzione nei rapporti all’interno della filiera alimentare, grazie al D.L. 1/2012, ma alcune criticità nel testo della norma e del decreto attuativo sono già oggetto di tentativo di forzatura da parte di alcuni operatori.
 
UnionAlimentari – Unione Nazionale della Piccola e Media Industria Alimentare ha già sottolineato nelle sedi istituzionali, ed in particolare anche con un contributo inviato ai membri del gruppo di lavoro interministeriale sull’articolo 62, la criticità dell’impostazione per cui i termini di pagamento decorrono dall’ultimo giorno del mese della data di ricevimento della fattura.

Evidenziamo come il termine legato al ricevimento della fattura e decorrenza dalla fine del mese, non al ricevimento della merce o al semplice ricevimento fattura, sia un elemento critico, soprattutto perché molti operatori possono far leva su di esso con fini commerciali.

In particolare alludiamo a richieste, spesso verbali, di fatturare esclusivamente a fine mese (non dopo l’ultima consegna del mese) piuttosto che di inviare la fattura solo tramite raccomandata e comunque di spedirla il mese successivo. Insomma, le più disparate forme e richieste per allungare i termini di ricevimento della fattura e raggirare la ratio della norma. Trasformando i pagamenti da 30 e 60 giorni a termini assai più lunghi.

Serve che il Ministero faccia chiarezza quanto prima in merito. Perché inviare le fatture in ritardo significa concedere un “bonus” che può diventare un elemento distorsivo della concorrenza. In verità dovrebbe essere uguale per tutti la modalità di gestione, così da evitare che chi ha più mezzi finanziari possa “derogare” in modo, apparentemente legittimo, alla rigorosità dei termini, o peggio che vi sia il rischio concreto che i piccoli produttori siano nuovamente discriminati. Quindi, chi vuole applicare la norma, senza aggirarla o cercare “cavilli”, non risulti più competitivo sul mercato.

UnionAlimentari sollecita una presa di posizione chiara ed un intervento delle Autorità per evitare che si crei discriminazione tra gli operatori su fattori non competitivi. Esistono infatti attori virtuosi, che si sono già adoperati per seguire alla lettera lo spirito dell’art. 62, e costoro rischiano, come al solito, di essere beffati da chi, all’italiana, concede in modo a suo dire legittimo, migliori condizioni mettendoli di fatto fuori gioco.
 
 
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