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FOOD, WEB E TUTELA DEL CONSUMATORE

Bergamo, convegno organizzato dall'ICQRF e dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari
 
           Nell'ambito della settimana dedicata all'agricoltura in vista del G7 agricolo che si terrà a Bergamo il prossimo fine settimana, si è svolto mercoledì 10 ottobre, presso la Sala Consiliare della Provincia di Bergamo il convegno "Food, web e tutela del consumatore".

Un dibattito organizzato dall'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) e dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, per discutere di tematiche legate alla qualità e alla sicurezza dei cibi.

Un confronto internazionale tra i principali organismi di controllo dei Paesi del G7, per il potenziamento degli strumenti di contrasto alle frodi in campo agroalimentare. Proprio sul fronte di internet è l'Italia che si dimostra all'avanguardia grazie ad accordi siglati con le grandi piattaforme web per rimuovere i falsi prodotti di qualità certificata dagli scaffali virtuali, tutelando così il Made in Italy.

Al convegno ha partecipato anche il Presidente di UnionAlimentari – Confapi, Antonio Casalini, che nel suo breve intervento ha parlato di qualità. “Normalmente quando si parla di qualità ci si riferisce sempre alle DOP o IGT pensando che sia solo la scelta della materia prima a determinarla o il territorio di produzione”. Nel suo intervento Casalini ha invece indicato altri fattori fondamentali che concorrono a fare di un prodotto, un prodotto di qualità. “La qualità - ha detto Casalini ottenendo consensi tra i presenti - è una filiera che inizia dalla materia prima, ma prima di diventare prodotto, la materia prima vien stoccata in magazzino, poi viene trasformata e diventa un prodotto adatto al consumo; per essere venduto, questo prodotto viene confezionato e imballato, viene stoccato, viene trasportato, e nuovamente immagazzinato, quindi posizionato sullo scaffale.

La trasformazione è un altro anello portante della qualità e le piccole e medie industrie italiane sono garanti di questa trasformazione di materie prime in prodotto; se uno di questi anelli si rompe, si interrompe il sistema di qualità. Sia esso un sistema certificato o non certificato.

Pensate per un attimo che cosa significa la trasformazione della materia prima: pensate ad un piatto completo, elaborato, che possono offrirvi in un ristorante e poi immaginate tutte le componenti che lo costituiscono, se non fossero state precedentemente trasformate e lavorate dallo chef, che valore e qualità avremmo!?

Sottovalutare la trasformazione delle materie prime, vuol dire anche sottovalutare il lavoro delle industrie, vuol dire non riconoscere la qualità nel senso più ampio, che è proposta al consumatore, vuol dire non riconoscere controlli e certificazioni degli stessi distributori.

In questo senso bisognerebbe pensare a sorreggere, aggregare, portare in giro per il mondo “anche la qualità italiana” e non necessariamente prodotti esclusivamente con materie prime Italiane”.

Il vice ministro Olivero nel suo intervento ha ben recepito questa esortazione, “va bene portare in giro per il mondo le dop e le igt italiane, che sono state fondamentali per l’export italiano, ma accertiamoci anche che ci sia la produzione sufficiente di queste eccellenze per soddisfare chi le richiede”. In merito, ha fatto un esempio significativo, indicando in 10.000 bottiglie la media della produzione delle aziende vinicole italiane, aggiungendo che non deve essere dimenticata la promozione anche dei prodotti italiani di qualità che per vari motivi, tipologie di prodotti o di territorio,  non sono aggregati alle certificazioni delle filiere dei prodotti di qualità intese come denominazioni tutelate.

 

 

Ufficio Stampa UnionAlimentari

ufficiostampa@unionalimentari.com

 
 
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